Tired of Boys? Try a Man!

TetteDolci: le brave ragazze le riconosci dal plug anale.

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Becco TetteDolci appena iscritta su Seeking.com. Chatto un po’, chiedo il numero e poi ci spostiamo su WhatsApp.

E qui parte molto male. Mi confessa di aver paura dei cani, al limite del panico. E io vivo metà del mese con Salomone (è in… affido condiviso con la mia ex).
La invito a cena da me e si irrigidisce, dicendo che non va a casa degli sconosciuti. Rilancio con un caffè e a quel punto mi confessa di avermi mentito: non abita a Milano, come mi disse nei primissimi scambi, ma in una città a un’ora circa di distanza.
Quest’ultima cosa mi fa molto innervosire: ho poco tempo e odio quando me ne fanno perdere; tanto più mi danno fastidio le persone che mentono. Le auguro buona fortuna e la saluto.

Nei giorni successivi, vedo che non ha più il profilo attivo su Seeking. La ricontatto per curiosità e mi dice che si è disiscritta schifata: non è un mondo che fa per lei. Interessante.

Le chiedo di parlarmi di lei. Mi racconta che ha 26 anni, è appena uscita da una relazione di 7 anni e sta cercando un uomo maturo ed esperto con cui provare una vita mai vissuta, in un’ottica long term. Interessante: dai 19 ai 26 con una sola persona e una vita da recuperare. Mi ricorda me, anche se io ho fatto di peggio: dai 18 ai 36, eheheh.
Lavora in una società di consulenza fiscale e… devi sapere che la pianificazione fiscale internazionale è una delle mie passioni. Quindi finiamo a parlare di schemi societari, politiche di bilancio e triangolazioni tra ordinamenti… non proprio i classici argomenti per sedurre una donna, no? ;))

In realtà non ho alcuna voglia di sedurre, ormai da tempo gioco solo per capire se la ragazza è per me interessante e se può avere senso starci insieme. E quando ci incontriamo, le cose vanno come devono andare. Non ha senso forzarle.
Lei ha una bella mente, percepisco che ha una gran voglia di vita inespressa. È sempre stata una “brava ragazza”, in un contesto abbastanza tradizionale. Sento che vuole esplorare parti di se stessa lasciate per troppo tempo nell’ombra. Se lo desidera, vorrei aiutarla a liberare la zoccoletta che alberga dentro di lei.
Ah sì, dimenticavo: me la voglio scopare perché è oggettivamente una gran figa.

Non sono solito investire troppo tempo prima di incontrare qualcuno. Ma con lei chatto tanto. Ci raccontiamo le nostre vite, facciamo sexting, mi manda foto via via più provocanti, sino a quella nuda, sotto la doccia, con il mio nome scritto col rossetto waterproof sul ventre.

Ha delle tette incredibilmente dolci, da qui il suo nome. Scopro che non ha mai avuto esperienze bisex, che non ha mai fatto sesso anale, che mai nessuno in precedenza le ha chiesto foto sexy.

Ma che gente frequenti, Dio santo!


Mi sento onorato di essere un portale verso una nuova dimensione.

“Cazzo”, si chiama “cazzo”. Pene è troppo formale.

Bene, a questo punto è lei a chiedermi di incontrarmi questo venerdì. Nel frattempo la storia con OcchiDiMiele è finita da un po’ (ti racconterò) e ho proprio voglia di una ragazza dolce che mi risciacqui il cuore dalla delusione provata.

Bene, TetteDolci prende un permesso a lavoro di mezza giornata, si mette in viaggio e fa un’ora di strada per venire da me. L’adoro.
Arriva con la sua macchinina piccina, indossando un completo total black elegante e seducente, contro cui svetta la suola rossa delle sue Louboutin. Mi chiede di posteggiare per lei, non si trova nella giunga milanese. È molto carina.

TetteDolci è… tutta dolce. Ha uno sguardo tenero, con un taglio dell’occhio asiatico che mi ricorda molto la cinesina di Kill Bill. Ha una vocina aggraziata, soffice, gentile che diventa terribilmente sexy quando gode dicendo che è la mia puttana. È dolce nei movimenti ed è elegante nei pensieri.

Appena arrivata è molto irrigidita, mi bacia… sulla guancia! 🙂 In chat ormai andavamo giù sul pesante, ma vedersi di persona è sempre diverso. Forse incontrare un uomo così è per lei qualcosa di nuovo, di molto strano.
Apro un buon vino non pretenzioso (Anthìlia di Donnafugata) e ci accomodiamo sul divano: io disteso con nonchalance, lei intimidita sull’angolino. Sullo sfondo l’immancabile camino virtuale della Apple TV.

«Non mi guardare così. Mi fai sentire in soggezione».
Questa cosa me la dicono tutte, persino le più smaliziate e da combattimento come OcchiDiMiele. Non è qualcosa che voglio trasmettere, anzi. È frutto del mio sguardo: si nutre di ogni più piccolo dettaglio, di ogni minuscola espressione del volto e di ogni gesto, anche se appena accennato… cerco di capire chi ho davanti, senza giudizio e col cuore aperto. Per questo osservo.

Ma presto entriamo in sintonia. Parliamo, ridiamo e ci confidiamo.
La bacio.
«Ho un regalo per te» mi dice.

Mai nessuna mi ha portato un regalo al primo incontro.

«È il rossetto con cui ho scritto il tuo nome sul mio ventre. Nessuno mi ha mai fatto fare una cosa del genere. È tuo».
Brava, bimba, parti benissimo.
La ringrazio, tengo il dono prezioso in mano con la solennità con cui si portano i doni all’altare e mi dirigo verso la libreria, dove svetta un parallelepipedo nero di legno. È l’umidificatore per sigari. Butto via malamente gli oggetti appoggiati lì sopra e ripongo con cura il rossetto sull’umidificatore.
Torno da lei, la bacio e le tocco le tette: dolci come il miele, morbide come le nuvole, ma più sode.
Lei si spoglia. Lo faccio anch’io, per educazione.
Scopiamo, con gran piacere.
Evito di riportare tutte le cose belle che dice su di me: non bisogna mai dare troppa importanza a quanto viene sussurrato tra le lenzuola (però noi eravamo sul divano, eh).
Mi eccita sentirla ansimare di piacere con la sua vocina delicata e dolce, sentire che è la mia troia, prima sussurrato e via via in crescendo, sino a gridarlo.
Mi confessa le sue fantasie, mi chiede di farlo con un altro uomo. Le propongo il mio amico chef di colore e rilancio un secondo incontro con una mia amica. È in visibilio.

TetteDolci ha la vita molto stretta e i fianchi larghi, secondo la proporzione aurea. È naturalmente magra, naturalmente in forma (senza dover fare sport). Ha una pelle morbida come seta. Il visino è innocente e un po’ da pompinara, grazie a un recente filler che dice di aver fatto per me (ma io non le credo).

Si affida totalmente a me senza resistenze. Si irrigidisce solo quando gioco con il suo ano. «Tranquilla, non faremo nulla che non sarai pronta a fare».
Continuiamo e via via si abitua alle mie dita.
«Torno subito», dico, e vado a recuperare la coda di volpe con plug anale che avevo comprato per Bimba Zoccola. È ancora sigillata in scatola, visto che la storia finì prima di poterla provare.

Questa sarebbe piaciuta a Salomone.

Lubrifico.
Inserisco.
Levo.
Infilo di nuovo.
Gioco, muovendo la coda in varie inclinazioni per stimolarla ulteriormente.
Inserisco un dito, oltre al plug.
Si sorprende di quanto sia piacevole.
La faccio alzare dal divano e le dico, ridendo: «Questa stanza è troppo piccola. Poggia le mani su quel muro, aiutami a spostarlo un po’».
Esegue trotterellando.
Levo la coda.
Entro io.

Entra con morbidezza, senza fatica.

La sua voce si alza di un’ottava e l’ansimare si intensifica.
Tra sillabe significative e sospiri mi dice quanto le piaccia prenderlo nel culo.
È sorpresa di non sentire dolore.
Mi ripete che è la mia troia. Le dico «No, sei la mia bimba da amare, di cui prendermi cura».
Ormai ho capito da mo’ che il culo è la via per il cuore: se una ragazza si dona vuol dire che è aperta a un coinvolgimento emotivo nei tuoi confronti. Si sentono solo parole d’amore durante il sesso anale. A meno che… beh, questo è il livello avanzato, non posso raccontarlo qui.

Entra ed esce che è una bellezza.
La riporto sul divano.
La faccio stendere a pancia in giù, con le gambe totalmente chiuse.
Entro in tutta la mia dimensione e forza.
L’intensità cresce.
Le chiedo se posso onorare il dono che mi ha fatto.
«Sì».
La onoro.

Ci ricomponiamo, ma solo il necessario: voglio che continui a girare per casa in mutande e reggiseno.
Cucino per lei un risotto alla barbabietola con robiola.

Passiamo un’ottima serata, tra sesso, chiacchere e coccole. Tante coccole. È molto dolce, mi viene l’istinto di prendermene cura.

Infine, nudi e stanchi sul divano, guardiamo Lucifer su Netflix. La serie tv racconta di come il diavolo decida di prendersi una vacanza dall’Inferno, si trasferisca a Los Angeles e si dia alla bella vita tra donne, avventure e auto d’epoca.
«A me piace Lucifer» le dico «un po’ vorrei somigliargli, un po’ mi sento come lui. Mi piace il suo stile, la sua bellezza, l’eleganza. Ma soprattutto lo sento vicino».
«Perché?» Mi chiede.
Rispondo con una battuta: «Forse perché tutte le fidanzate dei miei amici mi chiamano Belzebù».

La vera risposta la do solo a me stesso, nella mia mente:
«Dietro quel lusso, quelle auto e le tante donne che frequenta si cela una brava persona. Ha una vita fantastica e invidiata da tutti, ma all’improvviso scopre l’amore. Capisce che la vita ha un altro sapore… e diventa vulnerabile. Lui, l’immortale, con tutta la sua grandezza… di fronte all’amore non è altro che un povero diavolo. Sta cambiando ed è spaventato. È sospeso a metà, tra la vita fantastica che ha e quella strana, irta di pericoli che potrebbe avere. Tra l’immortalità del piacere e la mortalità dell’amore. E, per non farsi scoprire, fa il Magnifico».

Io e Lucifer, due gocce d’acqua…

Dormiamo abbracciati.
La mattina dopo, Tette dolci mi sveglia. Facciamo sesso, ma è più rigida della sera precedente. Non a caso, non riusciamo a fare sesso anale.
Uhm.
Facciamo colazione e poi se ne va, abbastanza in fretta.
Uhm.


Penso che l’esperienza vissuta insieme a me sia stata molto oltre ciò cui era abituata.
Non vorrei che, la mattina dopo, si fosse sentita troppo zoccola (classico rimorso dell’acquirente).
Mi spiacerebbe, a prescindere dal rivederla o meno.
Nessuna deve mai sentirsi sbagliata, né da “brava ragazza” né da zoccoletta. Siamo tutti entrambe le cose, semplicemente dobbiamo essere liberi di viverle appieno.
Parlano le sensazioni: se mentre fai qualcosa stai bene, beh… quella è the real thing, la cosa autentica.

Di lei, più di ogni cosa, ho apprezzo la dolcezza. Era dolce anche nei momenti più sessualmente intensi. Era graziosa anche mentre godeva.

Mi piace. Spero ci sarà un futuro.

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By A_MAN
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