Tired of Boys? Try a Man!

Tornado Blu: il tornado giusto nel momento sbagliato

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Copyright Frank Gérard
IG: franckgerardart

ESTATE 2023. Vorrei baciarla. Ma è una settimana che non mi lavo, se non usando l’acqua di mare. Sudatissimo per l’aver trascinato sotto il sole l’enorme valigia usata in barca a vela. A pranzo ho mangiato cipolla. Insomma, sono nelle peggiori condizioni per baciarla.

Sono appena entrato nella camera di albergo. Lei è li, che ronza sculettando intorno alla piscina privata della mia stanza, sbattendo quel sedere seducente a destra e sinistra come una bimba discola, felice per il ritorno di papà. La vedo per la prima volta di persona, dopo alcuni giorni in cui ci siamo scritti, tanti audio e qualche video. Vive in una fredda capitale europea ma ha deciso di prendere un volo e raggiungermi a Corfù, per passare 4 giorni insieme.

Trotterella verso di me, io la bacio sulla guancia e… la getto in piscina. Poi la aiuto a rialzarsi e… di nuovo in piscina. E così ancora, finché non ci buttiamo insieme. Non so perché l’ho fatto, ma con lei non riesco a non essere fisico. Lo sai, toccare le persone è il mio modo di capirle. Ma con lei il mio bisogno di contatto è massimo. Mentre siamo in acqua le metto le mani sui fianchi, le accarezzo le gambe. “Permetti?”, le chiedo, mentre le mie mani scorrono sul suo culo celestiale, sodo e morbido allo stesso tempo. Lei – conscia del suo valore – permette… ma tanto avevo già fatto: mai fare domande di cui non conosci già la risposta.

E’ emozionata, si vede. E anche io lo sono. Non capisco perché lei mi piaccia così tanto. C’è un filo di imbarazzo, controbilanciato dall’eccitazione di toccarla. Sono passati 4 interminabili minuti, non posso non baciarla, chi se ne frega dell’alito. Il primo bacio è un distratto appoggiare le labbra, tra un discorso e un altro. E poi, dopo poco, altri bacetti teneri sino all’arrivo della lingua: capricciosa, puerile, un serpentello allegro e saltellante.

Parliamo. Minchia quanto parliamo. Alla velocità della luce. Aprendo 4 discorsi in contemporanea. Divoriamo informazioni dell’altro con la stessa foga di quegli americani che si sfidano a chi mangia più hamburger in 5 minuti. Potremmo trascorrere questi 4 giorni in questa piscina, solo parlando, cercando di scoprire tutto l’uno dell’altra. Ma lei trema: siamo in ombra, l’acqua è fredda. La invito ad uscire, le prendo un telo, ci mettiamo sulla sdraio. Continuo ad accarezzarla, il contatto con lei mi rasserena, mi placa, mi indurisce come l’acqua gelida sul ferro da temprare.

Lascia che te la descriva, recuperando un appunto che ho preso 3 giorni dopo, osservandola di nascosto mentre attendavamo che ci venisse preparata l’ennesima stanza di hotel a Corfù.

E’ piccolina, minuta ma muscolosa, si definisce il mio “traduttore portatile di inglese”. E’ bionda ma si tinge di nero, cosa che ritengono molto più appropriata per la sua personalità. I capelli scuri contrastano con l’azzurro profondo dei suoi occhi. Dio, che occhi!

In lei coesistono tutti gli elementi, sia fisicamente che caratterialmente. Lo sguardo è profondo come un oceano (acqua),  limpido come un cielo. Mi comunica un grande senso di aria e di libertà, come le distese infinite di un continente da esplorare. E cavolo se lo voglio esplorare! Come rampicanti selvaggi ai bordi di un lago alpino, delle venature verdi si irradiano nella sua iride celeste, come radici che crescono (terra). Anche caratterialmente lei è così: liberissima come l’aria, cambia città con la stessa frequenza con cui quello zozzone di mio fratello cambia i calzini (ogni due anni). E’ profonda come l’oceano, ha 29 anni ma – a sentire le sue storie – sembra ne abbia vissuti 92. E nel suo continuo muoversi con l’intensità di un tornado, riesce a rimanere radicata alla sua famiglia, ai suoi amici. Si prende cura di tutti, paga per tutti: viaggi, regali, aiuti. Una piccola berlusconi di noialtri condannata a rimanere senza un quattrino da un cuore molto generoso. In profondità, segretamente spera che – prima o poi – qualcuno paghi per lei, giusto per esprimerle amore nella lingua che conosce.

E il fuoco? Non ce ne è traccia nel suo sguardo, troppo buono, ma è ovunque sulla sua pelle. Questa piccola creaturina discola è piena di tatuaggi. Per ognuno ha una storia, a volte anche una love story con il tatuatore – uomo o donna che sia – che li ha realizzati. Uhm, dovrei imparare a tatuare, altro che blog! La seconda cosa che più mi colpisce di Tornado Blu è l’intensità in cui vive. La prima invece è la bontà.

Tatuaggi ovunque


Tornado Blu è un movimento continuo, inarca quel culo e lo sbatte a destra e a sinistra, si contorce mentre parla. E si contorce ancora di più quando la tocco lì dove educazione richiede, con movimenti scomposti e innaturali che più volte mi fanno temere di aver sbagliato io il tocco, l’intensità o il momento… “non sbagli, io godo così“, mi rassicura.

Tipica reazione di chi vive vicino a Tornado Blu

E’ cosciente di piacere ma senza quell’atteggiamento da bambola gonfiata delle tante tipe di Instagram. E’ più una bambina viziosa e seducente che con falsa ingenuità provoca e colpisce chi ha intorno.
Tornado Blu profuma di bontà, di dolcezza e di amore. È super coccolona come me. E’ la cura per la mia malattia di aver amato troppo, di essermi svuotato come una bottiglia bucata.

Vabbé, scusate, mi sono perso. Torniamo al nostro primo incontro, a bordo piscina. Si sdraia accanto a me. La guardo. Le confesso: “Non so perchè tu mi piaccia così tanto! Non lo capisco. So solo che finirà male. Molto molto male per me!”. Lei ride, contenta, mi bacia e mi dice che anche lei è presa. Insomma, nonostante facciamo 71 anni in due, siamo due adolescenti.

Avevo pensato di inserire non un nickname ma il suo vero nome, per la prima volta nella storia di questo blog. Niente tettedolci, niente occhi di miele, solo il nome che le diede suo padre. Non voglio che sia giusto la protagonista di una storia di un blog. Non è un archetipo, una vicenda edificante da abbellire o su cui scherzare. E’ una persona con cui mi sono intimamente connesso, nel momento in cui di più avevo bisogno. Una persona che mi ha voluto bene e si è presa cura di me, come mi sono preso cura io di lei. Una persona che forse sparirà, di cui rimarrà giusto un ricordo. Ma che il ricordo porti il suo vero nome, perbacco!
Ma, niente, preferisce un nickname. E nickname sia.

Questo fatto che ogni cosa finisca io non lo sopporto. Come con la mia ex, due anni e mezzo super intensi. Spazzati via, da un colpo di vento. Mentre ci lasciavamo, le chiesi “cosa saremo domani?”. E lei mi rispose: “tutto e niente. Saremo tutto e niente”.

Tu dai la vita per qualcosa. E l’indomani non c’è più. Che senso ha amare, allora? O forse è per questo che ha senso amare, per lasciare un retrogusto dolcissimo di fichi e miele al divorare freddo e inesorabile della morte. Morte, lo so che alla fine vincerai tu, ma fino ad allora ti combatterò con l’intensità delle mie esperienze.

E come esorcizzare la morte se non con un pompino? Siamo in veranda, a bordo piscina, chiaramente visibili da chi è al balcone della sua stanza. La spoglio. Lei si imbarazza (non è esibizionista). La posiziono in modo che sia più visibile, godendo del suo imbarazzo, inizio a toccarla, lei ricambia, prende il mio pisello e succhia.

La bottiglia rappresenta me dopo una settimana di barca

E’ una ottima succhiatrice, mi piace come usa la bocca e le mani, ancora di più come muove e posiziona il corpo mentre si prodiga nella nobile arte. Mi piace sbirciare il suo culetto, di cui mi sto innamorando. Io sono carico da una settimana di totale astinenza da barca a vela. Più tardi, sul letto, la riempirò come si deve, pienamente, sentendomi totalmente a casa, in un bel momento di connessione. Ha una fighetta molto carina, che si apre come una rosa, un piacere esplorare.

A letto lei è brava, io non mi sento al massimo. Al di fuori del momento in cui la riempio, sono l’ombra di me stesso. Sono fresco di rottura, ho più bisogno di coccole che di sesso. Normalmente anelo al sesso come al momento di picco del conoscere/frequentare qualcuno, totalmente egoistico. Stavolta lo facevo più per lei, per dirle che mi piaceva. Peccato, perché lei è in gamba e spero presto possa perdermi in lei, onorando la sua natura submissive.

Doccia, aperitivo in accappatoio e via di corsa in città, alla cena di fine crociera con i miei compagni di barca a vela. Siamo bellissimi, radianti, l’intesa è massima. La presento alle due ragazze della barca accanto e loro non possono trattenersi dal chiedere “ma siete amici?”. Si guardiamo, le chiedo “siamo amici?”. ridiamo, imbarazzati, come due fanciullini. L’altra amica, gelida, con espressione da Crudelia De Mon, sentenzia “beh, è evidente che siate più due amici”. E così sia.

Ecco cosa avrebbero voluto fare a Tornado Blu

L’indomani lasciamo Corfù e partiamo per l’Albania. Riusciamo a perdere l’aliscafo, imbarcarci abusivamente in un altro, rischiare di perdere la prenotazione dell’auto per un errore nella prenotazione. Insomma, gli imprevisti non mancano. Ma lei è supportive, aiuta, chiama, traduce, risolve. Sono contento di essere con lei e non con le tante principesse svampite e lamentose che vogliono tutto perfetto.

Partiamo per visitare il Blue Eye (in albanese “Syri i Kalter”), una sorgente naturale con  acque trasparentissime – merito anche del bianco candido delle rocce calcaree – che ribollono dalle viscere a una profondità di oltre 50 metri, in un bosco di querce e sicomori. Che detto così sembra fighissimo ma invece il panorama è coperto da una bolgia di italiani attirati dalla promessa – non mantenuta – di prezzi bassi.

l’Occhio Blu

Proseguiamo per Argirocastro, carinissima cittadina patrimonio dell’Unesco, con importante castello antidiluviano. Le scatto mille foto. Giorno dopo giorno la vedo sempre più sorridente, con uno sguardo più aperto e felice. Questa gita in Albania le sta facendo bene.

Il castello di Argirocastro

Qui mi confessa il segreto per gestirla e recuperarla nel caso si incazzi: farla mangiare. Ogni due ore deve avere la bocca piena e mai, dico “mai!”, permettere che abbia fame: si trasformerebbe in un pericoloso Gremlin incazzato.

Questa informazione mi sarà utilissima l’ultimo giorno, come vedrete.

Ecco, questa è lei (versione bionda) ogni 2 ore

Finiamo il giro e torniamo a Saranda, nostra base.

Siamo stanchi, finalmente in hotel, sono le 20:00, dai che questa volta si va a letto presto!

E invece no, parliamo, parliamo, fino alle 2 di notte. Mi racconta di come vive, di come si prende cura delle persone a lei care, di come cerca di proteggere e difendere tutti, di come pretende sempre di più da se stessa.

Intuisco uno schema che conosco bene, essendo in parte anche mio. E’ qualcosa su cui ho lavorato, di cui conosco bene le conseguenze: impossibilità di rilassarsi, necessità di spingere, di dare sempre di più, rischio di essere usati, etc.

Utilizzo la Teoria degli Scenari™ di Filippo, un mio caro amico che ha sviluppato un framework innovativo che potrebbe curare parte dei mali dell’umanità, ma lui preferisce fare il programmatore ed essere trattato male dai colleghi polacchi… quindi questo metodo lo conosciamo in 3.
Ipersemplificando, per essere totalmente funzionali bisogna essere fluidi come l’acqua, adattando se stessi ad ogni scenario. Se il solo pensare ad una situazione ti prende male, ovvero ti genera una forte reazione emotiva, questo limita la tua capacità di operare in maniera funzionale. Ad esempio, io sono rimasto bloccato in un matrimonio finito per molti anni, impossibilitato a lasciare mia moglie, perché non concepivo di fare male ad una persona a cui volevo bene. Il che ha generato sicuramente più dolore e problemi. La sola idea mi faceva stare male, generando una emozione forte. Non ero libero di scegliere quella strada.
Successivamente, nei primi mesi di relazione con Occhi di Miele, non ero in grado di trattarla veramente male quando faceva le sue cazzate. L’assenza di comportamenti sanzionatori non dava il giusto stimolo ad evolvere alla mia ragazza e creava problemi alla coppia.
Sbloccare uno scenario significa svuotarlo di emozioni, rendendolo accettabile. In questo caso, tramite visualizzazioni abbastanza estreme e macabre, ho sbloccato questo scenario, eliminando qualsiasi emozione negativa. Da quel momento non ho avuto problemi a buttare fuori di casa OcchiDiMiele ogni volta che faceva grosse cavolate.

Tornando a Tornado Blu, le pratico una reintegrazione degli scenari. Ovvero, molto semplicemente, le faccio vedere tutti gli aspetti positiva della situazione che lei rifugge (es. semplice e banale: “se continui a difendere sempre tuo fratello lui non potrà mai diventare un uomo. Non aiutarlo significa metterlo nella condizione di sviluppare la capacità di difendersi e saper affrontare la vita meglio che ad avere te che lo proteggi”). Mentre le parlo, il suo volto cambia, la sua espressione si trasforma. Un blocco non è altro che una serie di energie ed emozioni che, a posto di fluire libere, sono annodate per scongiurare il pericolo che si verifichi quella situazione. Sciogliere il blocco significa accettare quello scenario e quindi far defluire tutta quella energia bloccata. Il risultato è un immediato e profondo rilassamento.

“E’ incredibile, non mi sono mai sentita così libera come adesso”. “Tu ti stai prendendo cura di me come mai nessuno ha fatto, quasi mi sento in colpa di essere qui”. “Stanotte dormirò bene come mai ho dormito in vita mia”. E in effetti si è addormentata come un sasso. L’indomani svegliarla fu problematico. ho provato a baciarla, toccarla, scuoterla, farle il solletico, tirarle le cose… niente. Poi mi sono ricordato della sua più grande debolezza: il cibo.

Mi avvicino al suo orecchio, e le dico:

frr frr sono il bacon… che friggo… profumato… sono buonissimo… sicuramente non vedi l’ora di mangiarmi…

noto dei movimenti nel suo corpo, ma ha ancora gli occhi chiusi. Continuo:

“ehi! c’è un tedesco che mi sta mangiando! mi sta finendo! Se non ti svegli subito non mi trovi più…” neanche il tempo di finire la frase che Tornado Blu è in piedi, lavata, vestita e stirata che mi tira per andare giù a fare colazione.

Hai detto “Bacon”?!!

Andiamo a Ksamil, in un lido molto carino. Intravedo in lontananza dei lettini “VIP” e figuriamoci se non li prendo. Trovo questi lettoni rotondi, con materasso, posti su una piattaforma sul mare, con tanto di rete sospesa sul mare, stile catamarano.

Foto del super lettino con rete annessa rete sospesa sul mare. Il culo è gentilmente offerto da Tornado Blu.

Ho provato ad immortalare il luogo, ma Tornado Blu si inserisce in ogni foto. Scatta la tipica sessione fotografica da fidanzato, con me appeso negli angoli più improbabili per assicurarle delle ottime foto. Le faccio notare che si tratta di un servizio bonus, il secondo dopo quello degli scenari, non previsto nella nostra relazione. Le dico chiaramente che dovrei farmi pagare, posso proporle un arrangement oppure deve comprare il pacchetto “fidanzato”. Lei furbescamente ride e fa finta di non capire. Niente, io lo dico sempre a Filippo: “che ci posso fare io se mi vogliono solo come sex toys?”.

La giornata passa veloce, torniamo in Hotel, è super carina, mi stira la maglietta, direi in modalità fidanzata.

Servizio Stiro a Domicilio con Tacchetto Tattico.

Andiamo a mangiare fuori. Super connessione. Lei lo negherà fino alla morte, ma io lo so: è cotta di me. Magari durerà un momento, magari domani sarò archiviato, ma in questo momento è veramente super presa.

E infatti… l’indomani iniziano i casini.
Sta male per un ritorno di cistite. E’ nervosa. Vedo che c’è qualcosa che non va. Chiedo. Lei nega. Io non sono scemo. Richiedo. Lei Ri-nega. Uso l’arma ex, che funziona sempre:
io: “sai, la cosa che più odiavo di OcchiDiMiele™, che poi ha contribuito a farci lasciare, è che lei non mi diceva mai quando qualcosa le dava fastidio”.
Lei: “no, non hai avuto alcun comportamento che mi abbia dato fastidio”
io: “ok, allora è qualcosa che ho detto”
lei: “si”

Bingo. ormai sono bravo in questo gioco, ahimé.
Parliamo. Discutiamo, provo a tranquillizzarla. Non funziona. Se ne sta per i fatti suoi, ignorandomi. Onestamente non ho più voglia di queste cose. Non so se ho voglia di una nuova ragazza.
Infine mi ricordo: il cibo!

Tornado Blu, quando sono passate più di 2 ore dopo l’ultimo pasto


Chiamo il cameriere. Ordino mezzo menù, scrivendo all’hotel via whatsapp. Mi rispondono che sono l’hotel sbagliato. Faccio notare che si tratta di una emergenza, una questione di vita o di morte per la mia relazione. Mangiamo sulle sdraio della spiaggia.

Quello che non si fa per Tornado Blu

Con gli artigli afferra il cibo, nutrendosi freneticamente. Man mano che mangia, gli artigli si ritraggono, le squame si trasformano nell’usuale pesce liscissima e torna carina e coccolosa come sempre.

Tornado Blu, dopo aver mangiato. Ma prima di mezzanotte, mi raccomando!

Ci riavviciniamo un po’, poi lei parte.

Non a caso ho deciso di chiamarla Tornado Blu, con lei è tutto velocissimo. In soli tre giorni abbiamo vissuto tutte le fasi di una intera relazione: il primo giorno è stato all’insegna della frenesia di conoscersi; il secondo del supportarsi e aiutarsi come una coppia matura; il terzo quello del litigio e del distaccamento. Domani mi aspetto mi arrivi la lettera dell’avvocato divorzista! 🙂

Scherzi a parte, penso che il problema è che si sia spaventata. Non si aspettava questa connessione, questo livello di intimità e di emozione. Doveva essere una cosa leggera, una vacanza in un bel posto con un tizio simpatico. L’unico rischio all’orizzonte era che fossi un serial killer (“ci credo, sui siti di dating ti fai chiamare Il Magnifico!”). E invece… eh, non lo scrivo perché se no mi ammazza (e nega tutto).

Cosa è stata lei per me?
Un porto sicuro. Una persona che si è presa cura di me. Una persona buona, da cui non ho dovuto difendermi. Una ragazza che con il suo sorriso, ha curato un po’ le mie ferite. Una scintilla di speranza che una altra vita felice è possibile. Un momento di calore. Uno sguardo buono da esplorare, come una prateria e – forse – viverci.

Lei in viaggio, io nella mia stanza di hotel. mi scrive:

“Sono ancora incredula.
Sono molto incredula, di come sia andata tutta la situazione.
Rimango dell’idea che incontrare una persona non è mai per caso. E’ stato molto bello, vorrei avere una macchina del tempo per tornare indietro…
e anche la macchina del futuro per vedere che cosa succederà.

Tornado Blu

Voi che dite, cosa succederà? Scrivetelo sotto nei commenti.

PS
Questo post è stato scritto nell’estate 2023, durante una “pausa” con occhi di miele. Poi lei è tornata, ci abbiamo riprovato e niente più post… sino ad oggi. mi sa che si riapre!

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By A_MAN
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