Tired of Boys? Try a Man!

Quella volta che feci come De Sica

Q

È ormai un topos cinematografico: il classico film di Natale, con l’immancabile Christian De Sica che deve barcamenarsi tra moglie e amante.

Io non ho moglie né amante, ma questa è la volta in cui ho dovuto lasciare una ragazza a casa mia per correre dall’altra. Ma andiamo con ordine.

Da qualche mese mi frequento sia con Ninfetta che con PiccoLina. Ninfetta sta all’estero, ma la importo sul suolo patrio per qualche settimana al mese. PiccoLina è nella mia città e ci vediamo spesso. Tranne quando c’è da me l’altra, ovviamente.

Non fatevi ingannare dall’aria innocente… PiccoLina è una PorcelLina!

Entrambe sanno che vedo altre persone; entrambe trovano sempre qualche indumento o oggetto dell’altra nel Cassetto delle Donne (ovvero dove ripongo gli oggetti che “inspiegabilmente“, ogni singola volta, la ragazza di turno dimentica).

Ninfetta, dopo l’ennesimo filler alle labbra, è un concentrato di sensualità e giovinezza

Questa è la settimana di Ninfetta. Avviso PiccoLina che questa settimana non ci sarò. Lei prova a capire se la passerò con la sua acerrima rivale (che non risparmia di chiamare “zoccola“, “escort“, “pesce con i gommoni come labbra“, etc) o con altre. Sono stato molto chiaro: non le deve interessare con chi sono; è una scelta mia. Quindi non faccio disclosure. Le dico che devo partire e andare fuori Milano, quando invece passerò tutto il tempo a casa a fare sesso con Ninfetta. Ma lei non è stupida.

Per entrambe, quando sono a casa mia è come se convivessimo . PiccoLina mi ordina i mobili e mi arreda la casa, per lasciare il suo tocco e mostrare all’altra una presenza femminile.

PiccoLina mentre si fa i video su TikTok nella mia cucina

Ninfetta, invece, fa (o finge di essere) la fidanzata premurosa: mi fa il colore alla barba, i massaggi e tonnellate di ottimo sesso.

Ninfetta sa (fingere di?) essere dolce, quando vuole.

Stavolta Ninfetta è un po’ diversa. Sembra meno presa. Doveva venire una settimana fa ma “inspiegabilmente” ha perso il treno (in realtà una spiegazione c’è ma la scoprirò – ahimè – solo molti mesi dopo). E, per giunta, ha il ciclo.

Skin Care

Un guerriero come me non si lascia spaventare da un po’ di sangue sulla sua spada. Ma lei non ne vuole sapere, per scopare dice di attendere qualche giorno che finisca… Ed è sempre ad armeggiare con quel cellulare, un po’ meno presente del solito. Sono abbastanza infastidito da questo; qualcosa non mi quadra. E questa sensazione renderà possibile quanto sto per raccontare.

Mi scrive PiccoLina:

Ok, questo è il modo di parlare di PiccoLina, il suo glossario essenziale: con “salsiccia” o “salsiccino” intende il pene; con “Zozza/Zozza” intende la persona con cui si scopa; con “giochini” intende sex toys.

Inoltre, pur essendo uno scricciolo, ha la stessa autorità di Napoleone. Lei non chiede: comanda. Non chiede “per favore”; lei pretende. Specie quando… “le pulsa”!

Sono molto titubante. Credo molto nel rispetto e nella trasparenza: lasciare una tipa a casa per scoparne un’altra non è allineato ai miei valori.
È anche vero che Ninfetta si sta comportando male: ha “perso” l’aereo, ritardando l’arrivo di una settimana (e facendomi sprecare parecchi soldi per i biglietti), è poco connessa e sessualmente poco disponibile. Ok il ciclo, ma non vuole sentirne di fare sesso anale e persino i pompini – suo vanto ed eccellenza – sono fatti con meno spontaneità. E io ai pompini ci tengo, lo sapete!
Niente, Ninfetta trascura la mia salsiccia, io trascuro lei e decido di farmi tentare dalle brutali avance di PiccoLina.

E vabbé… è porca! che si fa?

Siamo giunti alle minacce! Qua si litiga! Non posso che capitolare…

E laviamo la salsiccia, va’!

A Ninfetta dico che un mio amico si è lasciato con la ragazza e devo andare a consolarlo. Non obietta nulla, secondo me è persino felice… C’è qualcosa che non va, la sento lontana.

Recupero PiccoLina dalla sua residenza studentesca e ci fiondiamo nell’hotel più vicino. “A che ora lascerete la stanza?” mi chiedono. Lina sembra una 14enne, mi imbarazza far capire che sono lì per scoparla ed essere preso per pedofilo… Faccio intendere che siamo padre e figlia, in viaggio e che dobbiamo giusto riposare un paio di ore durante il viaggio.

Sexy PiccoLina

PiccoLina è infoiatissima. Plug anale a forma di coda di coniglio, stimola capezzoli usato sul clitoride, lubrificanti vari. Passiamo due ottime ore di sesso, penso annoverabili tra le migliori scopate insieme. Accompagno PiccoLina a casa. Lei è super affettuosa:

E lo sarà di più nei giorni successivi.

Ritorno a casa, Ninfetta è presa dalle sue cose, non immagina nulla. L’indomani mattina, mi trova al Mac.
Lei: “Cosa fai?”,
Io: “Compro dei biglietti”
Lei: “per chi?”
IO: “Per te. Ti rimando a casa prima. Parti oggi pomeriggio”
Lei: “ma perché!?”
Io: “Ninfetta, sei poco presente, non mi scopi, non sei affettuosa, sei altrove con la mente… non ha senso che ti dedichi tempi”
Inizia a saltellare tutta preoccupata ed è finalmente affettuosa. La stronza.

Inizia una settimana di ottimo sesso, foto provocanti. Facciamo sesso anale, e come insegna la Dea Francese, il culo è la strada per il cuore.

Tratto da foto scattata durante il sesso anale

E’ finalmente premurosa e proattiva. Mi manda anche dei discreti nudi mentre sono al lavoro.

Terminata la settimana, l’accompagno all’aeroporto.
Sono un po’ di corsa, perché – da buon De Sica – ho organizzato per la sera stessa un incontro con Teppistella: un’altra ragazza, super giovane, amante delle cause sociali che da tempo mi chiedeva di vederci.
Teppistella finisce la sua manifestazione pro-palestina e viene a casa mia in completo mimetico da manifestazione, con tanto di bandiera della pace alta 2 metri. È piena di lividi, per essersi fatta manganellare dalla polizia, stanca e tutta stropicciata. Decido di tirarla su portandola a un sushi di livello stellato, un’esperienza che lei non ha mai vissuto.
Si lava e si cambia da me. Indossa il vestito da sera. È stupenda, risplende come la luna nel deserto.
Arriviamo al ristorante. Ninfetta inizia a scrivere. Ha perso il treno; ha bisogno di aiuto per trovarne un altro. È in un posto sperduto della Germania, in mezzo a tipi loschi, in una stazione dimenticata da Dio. Da sola non è in grado di risolvere nulla, sono costretto ad aiutarla, con Teppistella accanto che finge comprensione. Io – sempre più DeSica – mi trovo a gestire le due situazioni.
Finalmente torniamo a casa. Finalmente, Teppistella e io ci concediamo un momento di passione. Iniziamo a spogliarci. Ci ammiriamo, tocchiamo, lecchiamo. Ci sfioriamo, coccoliamo, accarezziamo. È giovane, ci vado piano. Ma proprio sul più bello… suona il telefono! Ninfetta è ancora in difficoltà. Teppistella sorride nervosamente, dicendo “Sono stanca per la manifestazione, voglio andare a casa.”

Ha ragione, doveva essere la sua serata. Ma come posso lasciare Ninfetta da sola?
L’indomani mattina viene da me PiccoLina. “Non male!” – penso – “tre ragazze in 12 ore!”.

Mi corre incontro, mi salta in braccio. Poi si allontana, mi gira, mi guarda e mi dice: “Ehi, ma che succhiotto gigante hai sul collo?!”
Ecco cos’era quel dolore al collo con Ninfetta. La stronzona ha voluto marchiare il territorio. Non mi era capitato nemmeno quando avevo 15 anni.
PiccoLina non la prende benissimo

PiccoLina mi estorce l’identità della ragazza che ho ospitato per una settimana. Inizia il dramma:

Comunque, la sfida tra le due è molto ardua… Farei giudicare voi stessi, ma PiccoLina non mi ha autorizzato a mettere – seppur anonimizzate – le sue foto. Vi lascio giusto il sedere di Ninfetta.

D’altra parte, io e Piccolina insieme siamo bellissimi!

E infine questo sono io (sempre De Sica) che parlo ai miei amici padri preoccupati (Boldi):

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By MagniFico
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